PRESENTAZIONE
Il formulario delle iscrizioni funerarie
Ultima revisione: dicembre 2006
[Oggetto e scopo]
[Testi esaminati]
[Struttura]
[Criteri di datazione]
[Avvertenza]
[Novità]
La storiografia delle persone: le iscrizioni funerarie.
«Forse più che in qualsiasi altra cultura, la proporzione delle iscrizioni funerarie nel mondo romano è schiacciante rispetto alle iscrizioni di ogni altra categoria: si è già detto che questa circostanza consente unapprofondita conoscenza della storia delle persone e del loro quotidiano, permette di giungere a delineare una nuova storiografia in cui ci sia posto all’uomo, al povero di tutti i giorni (Mazzarino). Attraverso l’analisi delle iscrizioni funerarie, soprattutto ricevono luce le culture che in qualche modo appaiono subalterne (Gramsci), talvolta persino quelle che pragmaticamente sono state definite le culture della miseria (Oscar Lewis).»
Gian Carlo Susini, Epigrafia romana, Roma 1982, p. 99
Oggetto e scopo della raccolta
Si definiscono iscrizioni funerarie, o sepolcrali, tutti i testi epigrafici accomunati da una funzione ben precisa e inequivocabile: ricordare il defunto, trasmetterne il nome ai posteri, dare informazioni su di lui e sulla sua tomba.
Questo lavoro raccoglie ed esamina le iscrizioni
funerarie della IX regio, sia pagane sia cristiane, a
livello di struttura del formulario, analizzando tutti gli elementi costitutivi di un’epigrafe sepolcrale tipo. Si divide in due sezioni, relative rispettivamente al contesto pagano e al contesto cristiano; la prima sezione si articola in cinque parti:
La seconda sezione comprende questa unica ripartizione:
I dati percentuali ottenuti vengono, poi, illustrati con una serie di grafici a torta.
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Testi esaminati
Si considera la totalità delle iscrizioni funerarie note del
territorio della IX regio e databili tra il I secolo a. C. e il VII secolo d. C.
In ordine alfabetico i siti indagati sono i seguenti:
- Alba Pompeia, Albingaunum, Albintimilium, Aquae Statiellae, Augusta Bagiennorum
- Carreum Potentia
- Dertona
- Forum Fulvi–Valentia, Forum Germa(---), Forum Iuli Iriensium
- Genua
- Hasta
- Industria
- Libarna
- Pedona, Pollentia
- Vada Sabatia, Vallis Tanari Superior, Vardacate
La schedatura ha riguardato:
- il quinto volume del CIL dal n. 7361 fino al n. 7864 e i
relativi additamenta dal n. 8955 al n. 8962;
- le Inscriptiones Latinae Christianae Veteres (ILCV) e le Inscriptiones Christianae Italiae (ICI) per le iscrizioni cristiane;
- i Supplementa
Italica del Pais e la nuova serie degli stessi Supplementa
fino al numero 22 del 2004 (abbreviati entrambi come
Suppl. Ital. prima della data di pubblicazione);
- l’Année Epigraphique (AE) fino
al 2002 compreso;
- il nono volume delle Inscriptiones Italiae (Inscr. It.);
- le principali riviste, oltre che i periodici di carattere scientifico di interesse regionale.
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Struttura
Le attestazioni sono ripartite nelle due sezioni in base al loro contenuto, come indicato nel sommario, che contiene anche il consuntivo numerico delle occorrenze.
Ogni testo è articolato in una scheda che fornisce, in sequenza, queste informazioni:
- Numero progressivo
- Bibliografa essenziale
Si considera l’editio princeps a iniziare dal CIL, eventualmente conguagliata con le ILS e le ILCV; di seguito, in ordine cronologico, si citano tutte le fondamentali (ri)edizioni nei repertori periodici di aggiornamento (vecchia e nuova serie dei Supplementa Italica) e tutte le eventuali monografie aggiornate ( le Inscriptiones Italiae e le altre raccolte municipali minori), indipendentemente dalla loro ripresa nell’ Année Epigraphique, che perciò viene anch’essa considerata per maggiore completezza informativa.
- Provenienza
Tra parentesi si trova la comunità di provenienza dell’iscrizione, secondo la denominazione ufficiale delle città della IX regio, come si può vedere anche dalla carta del territorio.
- Datazione
Si riporta sempre una datazione, sia quando è indicata dall’editore del testo, sia nel caso contrario, in cui viene approssimativamente proposta utilizzando i criteri di datazione indicati sotto: salvo diverso avviso essa è sempre da intendere dopo Cristo.
- Testo
Compare sempre nella sua trascrizione integrale, mediante i segni diacritici normalmente in uso, previe alcune semplificazioni imposte dal mezzo elettronico: in linea di massima non si è mai intervenuti sulla lezione dei testi, se non per emendare refusi evidenti o errori di stampa. Il testo corrisponde a quello citato o completato e ribadito (in tal caso con l’indicazione «cfr.») nel rimando bibliografico più recente.
- Note
Eventuali brevi note di commento si trovano dopo la trascrizione del testo.
In totale sono raccolti 604 testi, dei quali 71 sono cristiani e 533 pagani, mentre non sono state prese in considerazione altre 297 iscrizioni mutile, che appunto per il loro stato frammentario, non si prestano a una classificazione sicura.
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Criteri di datazione
Quando la datazione non è esplicitamente indicata, si fa riferimento agli elementi di datazione relativa che seguono, a parziale integrazione dell’elenco proposto da Silvia Mollo nel suo recente lavoro (La mobilità sociale a Brescia romana, Milano 2000, pp. 28-30):
- omissione del praenomen: nelle iscrizioni dei liberti e dei ceti inferiori inizia nel ii secolo e tende a sparire nel III;
- alternanza di praenomina diversi nella stessa famiglia: è indicativa di un’epoca alta, al massimo fino alla metà del I secolo;
- abbreviazione del nomen: il fenomeno si registra nel II secolo e tende ad aumentare nei secoli successivi;
- omissione dell’indicazione della tribù e dello status: nelle persone appartenenti a uno strato sociale umile, che non abbiano ricoperto cariche, questo fenomeno inizia in età flavia e diventa comune dopo il II secolo;
- onomastica al dativo: I secolo;
- assenza del cognomen: in un ingenuo non si protrae oltre la metà del I secolo;
- presenza di più di un cognomen: nei ceti inferiori diventa comune dal II secolo;
- cognomina con la terminazione in -ianus: dalla fine del I secolo;
- uso del signum: si data a partire dalla seconda metà del II secolo;
- indicazione dell’età al momento della morte: questa usanza si afferma dall’età di Nerva e Traiano;
- struttura semplice e stringata del testo con brevi frasi principali o, addirittura, con la sola indicazione dell’onomastica del defunto: comunemente è indicativa di una datazione alta, al I secolo;
- la formula h(ic) s(itus) e(st) seguita da un nominativo: I secolo;
- la formula Dis Manibus per intero: si data di solito anteriormente al II secolo, quando comincia ad apparire abbreviata in DM;
- la formula D(is) M(anibus) et m(emoriae) o altra formula similare: a partire dalla fine del II secolo;
- la formula memoriae (et quieti) aeternae: III secolo;
- presenza di aggettivi relativi alle qualità del defunto (piissimus, pientissimus, ecc.): si diffonde dalla fine del I-inizio ii secolo;
- lettere compendiate: compaiono raramente prima del II secolo;
- i e T longae: indicano un’epoca alta, fino alla prima metà del I secolo;
- uso di K al posto di C: è molto raro nel I secolo, in italia settentrionale sembra comparire a metà del II secolo;
- presenza di hederae distinguentes: dalla metà del II secolo;
- presenza di apici: è attestata dal II secolo a. C. al II secolo, ma va scomparendo dopo il I secolo.
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Avvertenza
La raccolta non è supportata da un database.
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Novità
Il tema è disponibile su supporto cartaceo:
I. Liguori, Il formulario delle iscrizioni funerarie della IX regio. Premessa a un’indagine quantitativa, in Rivista di Studi Liguri, LXX, 2004, pp. 127-160
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